Cultura


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La cultura non è una disciplina e una materia. La cultura è come l’aratro. L’aratro, infatti, gira, mescola e rimescola la terra, le erbe, gli insetti al suo passaggio. La cultura tocca tutti gli argomenti, i libri, le arti….. li gira, li mescola e li rimescola.

“Cultura” è il participio futuro dal verbo latino “colere”. Questo verbo possiede 3 significati: coltivare, abitare e onorare. Il primo significato, ossia quello di coltivare, è affine a quello di cultura. Entrambe le parole derivano dal participio futuro del verbo “colere”: “coltura”. Il participio futuro, a differenza dell’indicativo futuro, non esprime un azione ambientata nel futuro, bensì una che sta per arrivare, sorgere, nascere: un’azione nascitura. Gli stessi nascituro, morituro, natura esprimono qualcosa che sta per nascere, per morire, per crescere. Così anche coltivare è l’azione che, seminate e trapiantate le piante, evidenzia la loro crescita, la loro fioritura e infine la loro morte.

Il secondo significato, cioè quello di abitare, viene dal participio presente di “colere”: “colens”. “Colens” è colui che coltiva, così come abitante è colui che abita. Un abitante è una persona che vive nel territorio dove abita. Un abitante è colui che si occupa del proprio territorio, che è attivo nei suoi confronti e dunque in un certo senso che lo coltiva. Da “colens” derivano parole molto comuni nella nostra lingua, come colono, inquilino, etc…. Il colono è colui che abita una regione lontana dalla propria patria. L’inquilino è colui che vive nell’appartamento che gli viene affittato in quel preciso momento, in quella precisa situazione.

Infine onorare, terzo e ultimo significato, deriva dal participio passato del verbo “colere”: “colto”. Da “colto” deriva la parola italiana culto. Il culto è un azione passata, conclusa nel passato. Il culto può essere l’adorazione di una divinità (il culto di Allah, il culto di Atena etc…..) ed esprime ciò che si è imparato, creduto e coltivato, come quando si assaggiano i frutti che sono stati raccolti e coltivati e a cui si è creduto e si sperato di poterli mangiare. 

E che cosa si nasconde dietro “colere”? 

“Colere” deriva da una radice remota, “kweel”, che significa girare, muovere in cerchio, voltare. Da questa derivano parole attestate nelle diverse lingue indoeuropee e vicine come significato: nel sanscrito “cakram” (cerchio, ruota); nel greco “κυχλος” (cerchio); nell’inglese “wheel” (ruota); nell’inglese “to dwell” (dimorare). “Kwell” è il movimento che fa l’aratro. Attraverso “kwell”, riconosciamo, in “colere”, tutti i suoi significati: coltivare, abitare e onorare. Dunque la cultura gira, mescola e rimescola argomenti, nozioni e arti, come quando l’aratro, ruotando, smuove la terra.

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