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di Francesco Fadigati
Editore: Bolis
Fascia di età consigliata: 10+

Intervista a Francesco Fadigati, autore del libro “Le storie di Furlana, il cavaliere della Dama di Luna”


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Il 9 ottobre 2021 le scuole secondarie di primo grado di Dolceacqua e Pigna ha intervistato, tramite collegamento on-line, Francesco Fadigati, autore del libro “Le storie di Furlana, il cavaliere della Dama di Luna”. Qui sotto vi riporto una delle interviste scritta da un alunno. Prima di leggerla vi consiglio di acquistare il libro, in modo che possiate cogliere meglio il contenuto.

intervista a Francesco Fadigati

I: “Buongiorno, qual è il suo personaggio preferito?”

F: “Il personaggio che preferisco è il cavaliere, perché anche a me a volte capita di perdermi in un deserto e le persone mi vengono a cercare, però in questo caso è il cavaliere che cerca aiuto”.

Intervistatore: “Il deserto di vetro può essere considerato come un luogo di perdizione e isolamento comparabile alla selva oscura dantesca?”

Francesco: “Il deserto di vetro può essere paragonato ad uno smarrimento nella vita, da cui una persona che ammiriamo può salvarci (in questo caso il pirata Chibò, che adempie alla funzione di Virgilio)”.

I: “Com’è nata l’idea di Furlana? Da cosa deriva il suo nome?”

F: “Il nome “Furlana” deriva da una storia che raccontavo ai miei alunni delle medie per farli stare in silenzio, in modo da avere la loro attenzione. Il nome della stoia fu la prima parola che mi venne in mente, “Furlana”. La storia invece nacque in una sera di nostalgia, dopo una cena con alcuni miei amici che il giorno seguente sarebbero partiti per la Spagna e non avrei rivisto per molto tempo”.

I: “Perché la vecchina è la Dama di Luna?”

F: “La vecchina è la Dama di Luna perché volevo far capire che anche le persone più insignificanti possono essere importanti”

I: “Per i personaggi della sua storia si è ispirato a persone realmente esistite o esistenti?”

F: “Per i personaggi ho preso spunto da un mio alunno per descrivere Pilù, da un mio amico taglialegna per descrivere Gianforte e da altre persone”.

I: “Ci sarà un seguito di “Le storie di Furlana”?

F: “Probabilmente sì; anche la casa editrice mi ha fatto la stessa domanda”.

I: “Nel libro vi è una prevalenza del blu. Può essere considerata coma una battaglia del blu contro il grigio?”

F: “Sì, può essere considerata coma una battaglia del blu contro il grigio. Il blu mi ricorda il mare, dove sono nato e cresciuto. Quando mi sentivo triste andavo al mare e mi chiedevo quali terre ci potessero essere dall’altra parte. Invece, per me, il grigio è il colore della solitudine”.

I: “C’è una morale nel libro?”

F: “Sì, ed è: “Cerca di non perderti in te stesso, di non lasciare nessuno indietro, di aiutare gli altri”.

I: “Quando le è nata la passione per la scrittura?”

F: “Io me la sono trovata dentro già da bambino. Ogni volta che tornavo da scuola prendevo una matita e cominciavo a scrivere, oppure continuavo quella del giorno prima. Un giorno una suora mi ha chiesto di andare a raccontare una delle mie storie nella scuola in cui insegnava. Quell’esperienza mi piacque moltissimo”.

I: “La storia ha una morale ecologica (come le piogge acide)?”

F: “Quando ho scritto la storia non ho pensato a questo, ma mi fa piacere che la gente che legge il mio libro ci pensi. Nella mia storia le piogge acide, in realtà, alludono al tempo che ci corrode e corrode ogni cosa”.

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