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Trama

Tutto parte quando Richard Papen, iscrittosi all'università in Vermont, comincia a frequentare il corso di greco antico, composto da gruppo di cinque ragazzi, considerati un'élite all'interno del campus per i loro modi freddi e inavvicinabili e l'aria da ricchi snob, e il professor Julian Morrow. Il gruppo è conposto da: Henry Winter, Francis Abernathy, Edmund Corcoran detto "Bunny" e una coppia di gemelli, Charles e Camilla Macaula.
di Donna Tartt
Editore: BUR Biblioteca Universale Rizzoli
Fascia di età consigliata: da 17 anni

Dio di illusioni


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E’ un’idea tipica dei greci, e molto profonda. Bellezza è terrore. Ciò che chiamiamo bello ci fa tremare. E cosa potrebbe esserci di più terrificante e più bello, per anime come quelle greche o le nostre, che perdere completamente il controllo? Di buttare via le catene dell’essere per un istante, di scuotere l’incidente della nostra mortalità?  Euripide parla delle Menadi: la testa buttata indietro, gola alle stelle, “più cervi che esseri umani.” Essere assolutamente liberi!

Dio di illusioni è un thriller che mi ha colpito molto sia per la storia, per niente scontata, sia per il costante brivido di inquietudine che ho provato. Questo libro è stato un susseguirsi di colpi di scena più o meno inquietanti e personaggi singolari.

Tutto inizia quando Richard Papen si iscrive all’università e riesce a guadagnarsi il privilegio di seguire i corsi di greco antico, guidati da Julian Morrow. Gli altri pochi studenti sono un gruppo ristretto di ragazzi provenienti da ricche famiglie: Henry, Francis, Edmund detto “Bunny” e una coppia di gemelli, Charles e Camilla.

Nonostante si comportino gentilmente con lui, si rivelano molto misteriosi. Essi, incoraggiati dagli insegnamenti di Julian, trascorrono weekend alla ricerca della bellezza e della contemplazione del divino, compiendo riti dionisiaci (volti a Dioniso, dio greco del vino e dell’ebrezza). A causa di questi riti superano il confine tra illusione e realtà e perdono il controllo compiendo un atto orribile. All’oscuro di tutto, Richard si accorge che il gruppo nasconde qualcosa di grave, un crimine che se portato alla luce li metterebbe tutti in guai seri. Per aiutarli, però, si farà loro complice per un altro omicidio.

L’atmosfera del romanzo è quindi caratterizzata da toni cupi e costantemente carica di suspense. Qui ci si trova a viaggiare nella mente degli assassini e a scoprire le cause che li hanno portati a questo orrendo omicidio. Sinceramente mi aspettavo di provare almeno un po’ di compassione per la vittima ma risulta essere talmente odiosa e malvagia che, la sua morte, mi ha lasciato totalmente indifferente: sembra quasi che l’autrice voglia convincere il lettore della validità delle motivazioni del gruppo.

Il romanzo sostanzialmente si divide in due parti: una più lenta e discorsiva e l’altra più ricca di azione e colpi di scena. Detto questo è un romanzo che consiglio vivamente a chi vuole provare emozioni forti e rimanere a bocca aperta.

Non ci piace ammetterlo, ma l’idea di perdere il controllo è una di quelle che affascinano persone controllate come noi più di ogni altra cosa. Tutti i popoli davvero civilizzati – gli antichi non meno di noi – si sono civilizzati grazie alla volontaria repressione dell’originario io animalesco. Siamo davvero, noi in questa stanza, molto diversi dai greci o dai romani? Ossessionati dal dovere, dalla pietas, dalla lealtà, dal sacrificio? Tutte quelle cose, insomma, che impressionano i moderni?
Ed è una tentazione per qualsiasi persona intelligente, e specialmente per perfezionisti come gli antichi e noi, cercare di uccidere l’io primitivo, emozionale, animale. Ma è un errore. Perché è pericoloso ignorare l’esistenza dell’irrazionale. Più civilizzata è una persona, più è intelligente, più sarà repressa: e più necessiterà di un sistema per incanalare gli impulsi primitivi che si è studiato così tanto di uccidere. Altrimenti quelle potenti antiche forze si accumuleranno e diverranno di tale intensità da liberarsi violentemente, con maggior violenza a causa dell’attesa, e avranno spesso tale vigore da spazzar via del tutto la volontà.

 

 

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